Alla
Madre
che è andata al dolore
in silenzio e con amore
devota al Padre e devota al Figlio
questo elaborato dallo Pneuma autenticato
le viene fiduciosamente quest'oggi dedicato

Il male che sento

VISUATO : (1)

Di luce pneumatica (2) circonfuso (3)
dentro io mi guardai,
e un antico macchinario
vi trovai.

Il suo nome gli ho domandato,
e prontamente me lo ha passato:
"Male che sento (4):
così m'hanno chiamato".

Veicolo esperto io ti so,
potresti anche dirmi:
"Dove mi vuoi portare?".
"A un male che non senti (5)
ti voglio veicolare".

Non sempre però
ti sento in azione,
per questo ti voglio domandare
una informazione:
"Quando non ti sento, dove sei?".
Sono con te.

E quando mi senti,
è la prova che c'è;
dove poi mi senti,
lo sai pure da te:
nel corpo vivente
che fa parte di te.

Una vita esso ha;
vita fisica o anima
l'ha chiamata l'umanità.
Pure l'animale ce l'ha,
per questo l'hanno chiamato così:
l'anima-lì.
Anche lui il male lo sente;
in più io lo dico,
perché l'ho nella mente.

Il male fisico
gli altri me lo posson fare:
sono le persone, le cose
e i fenomeni al naturale.

Il male fisico
io pure me lo posso fare:
quando ai molti pericoli
non sto troppo a guardare.

Il male fisico
da solo mi si può fare,
come un mal di testa
che non ti lascia stare.

(1) Visuato: da: visus: la vista.  L'atto del vedere in successione, e tutto ciò che si vede, all'unica luce di Spirito Santo, che viene chiamata luce pneumatica
(2) Luce pneumatica: Pneuma è lo Spirito Santo che fa agire l'Amore Divino, per cui lo si chiama anche Agente paterno se: riferito al Padre; Agente Figliale: se riferito al Figlio. La luce che si effonde in  noi è sua, per questo si qualifica: luce pneumatica.
(3) Circonfuso: la luce pneumatica si posa non sulla esteriorità corporea, ma sui fenomeni interni alla realtà corporea vivente, come il dolore fisico.
(4) Male che sento: ogni vita ha il suo sentire; la fisica, me lo da sensibile; la razionale, me lo da spirituale; la divina, me lo da pneumatico; qui il sentire è sensibile.
(5) Male che non senti: è il male pneumatico che non sento.

IL MALE FISICO CHE DA SOLO MI SI FA

Il male fisico dove può farsi?
L'intero mio corpo
non può sottrarsi.
Le parti del corpo sono molte,
tutte da un male
possono essere colte.

Son tutte fra loro collegate,
ma alcune sono tanto coordinate (1),
da formare ora un sistema complesso (2)
ora un apparato (3) dimesso (4).

Il sistema nervoso:
fa da dominatore:
fasce di nervi
di vario spessore
partono da una massa
di grigio colore;
un cervello assai delicato
che il creatore
ti ha doppiamente incartato.
Meningi: si chiamano le due carte;
una loro meningite
ti può dire che si parte.

L'apparato circolatorio:
fa da propulsore:
il rosso liquore
lo fa giungere ogni dove,
attraverso una rete
che si tinge di rossore.
Se il cuore che vi fa da motore
non ce la fa più a pompare
le sue valvole si chiudono
e il sangue finisce di circolare:
d'infarto ci si può arrestare.

L'apparato respiratorio:
fa da insufflatore:
aria ossigenata immette in doppio polmone,
pure esso doppiamente incartato:
da due pleuri teneramente fasciato;
liquido prezioso vi scorre ben dosato;
la sua eccedenza ti mette a letto
con pleurite bagnata;
la sua scarsezza ti mette addosso
una pleurite disseccata.

L'apparato digerente:
fa da selezionatore del cibo ingerito:
il buono prontamente assimilato,
il nocivo lentamente scartato.
Ben digerito,
l'accoglie un lungo intestino,
che non rifiuta di starsene composto
nel suo sacco bene disposto.
E' il peritoneo:
da più parti parlato
quando la peritonite all'ospedale
ti porta di filato
per essere urgentemente operato.

Quando il male in una parte prende il via,
io mi trovo subito in Malattia.
Così un male di una certa entità
ti porta alla morte,
che è per tutti una necessità:
"Ad malum mortis ire":
al male della morte si va,
questo il traguardo terreno
di tutta l'umanità.

Ora alla morte adagio si va:
malattia leggera
allora si dirà.
Ora alla morte
alla svelta si va:
malattia grave
allora la si chiamerà.
Ora alla morte
repentinamente si va:
malattia fulminea
allora la si annuncerà.

Quel percorso naturale
esito diverso può avere:
ora da un male si guarisce,
ora in malattia a lungo si languisce,
sempre alla morte si finisce.

(1) Coordinate: sono quelle parti del corpo che sono disposte in modo da svolgere tutte una identica funzione in tempi successivi
(2) Complesso: lo è quello nervoso, tanto da dominare sulle altre funzioni: come il gran simpatico che regola la funzione vegetativa.
(3) Apparato: è un insieme di organi corporei che sono bene e ordinatamente disposti a svolgere una identica funzione, come quella dell'alimentazione.
(4) Dimesso: lo è quello digerente dall'aspetto molto più umile: esofago,stomaco, intestino.
 

La pronta mia risposta al male che da sentire mi si da

Il male che da solo mi si fa
detiene una grande capacità:
può farmi sapere che c'è,
anche se in un primo tempo
non mi ha dato alcun segno di sé.
Venuto allo scoperto
ottiene subito il mio referto (1): Male che sento.

Di un grande mezzo lui dispone
per farmi sapere
che alla mia attenzione
si propone: il Dolore:
qualità sua assai pregiata,
ma non c'è uomo
che l'abbia stimata,
anche se da tutti
viene impiegata.
Infatti appena scoppiato,
all'istante lo faccio gridato: Dolore che provo.

Ben lo sappiamo
che a nessuno piace
quel suo pungere mordace.
Duro è il soffrire
che alla fin fine
ti accompagna a morire.

Non è da insipienti
imparare a soffrire
per essere pronti
al suo primo apparire.
Sarebbe da stolti
volerlo bandire
proprio quando ti accompagna
al tuo morire.

Benefico è il dolore che provo:
davanti al mio male io mi ritrovo.
A una gran voglia
è il mio approdo (2):
il dolore voglio lenire,
e dal male perfettamente guarire.

La duplice voglia va in forte tensione,
e non trova alcuna mia opposizione,
ne ottiene anzi
la mia pronta approvazione : Tensione che approvo.

Tento e ritento
d'eliminare quel male,
che mi fa più che scontento,
ma non sempre riesco nel mio intento.
Allora mi volgo a uno
che è sempre a mia disposizione,
non appena chiamo su di me
la sua attenzione:
il Medico: lui sì che è capace
di diagnosticare (3) il male
ch'io non so decifrare.
Sul male bene individuato
stende con cura
il rimedio prospettato;
con quella cura medicale
io vò colla speranza
di potermi risanare: Potere che ritrovo.

Dal medico bene consigliato,
dalle medicine bene coadiuvato,
mi avvio non infelice
alla cura risanatrice.
Qual grande gioia io sento,
quando posso annunciare
quel sospirato evento:
guarito ora mi sento: Aiuto che mi da ristoro.

Dolore che provo,
tensione che approvo,
potere che ritrovo,
aiuto che mi da ristoro:
tutto questo è fuoriuscito
dal male iniziale che ho sentito,
e non è che mi senta avvilito
dal momento che posso gridare:
Evviva! Sono guarito!

(1) Referto: il riferire, a parola o per iscritto, quello che mi sento addosso
(2) Approdo: immagine nautica: scendere dalla barca per passare alla riva; qui viene impiegata come: arrivo.
(3) Diagnosticare: l'atto descrittivo di una malattia, ottenuto mediante la visita medica o le analisi di laboratorio

CORPO ANIMATO E SPIRITO SPIRITATO E' L'UOMO AL SUO VIVERE AVVIATO

Il corpo umano
ha la sua vita.
Animato lo dico
finchè non se n'è ita. (1)
Il corpo animato mi dà
il male che sento,
come pure il dolore
che mi fa malcontento.

Male dolorante
pure l'animale lo sente,
in più l'uomo lo pensa
e lo dice sovente.

L'uomo per far questo
dispone di un mezzo assai lesto.(2)
Di uno spirito umano lui dispone,
e con esso il suo male dolorante
ad altri lo espone.
Lo spirito umano ha la sua vita:
pensare e volere è la sua sortita (3).
Corpo animato
e spirito umanato (4)
così mi son trovato
dall'istante in cui sono incominciato.

Insieme si sono incominciati:
il corpo animato
dai miei genitori coniugati;
e lo spirito mio
da quel Dio
che tutti li fa creati.

Corpo animato e spirito creato
sono un meraviglioso concentrato (5)
di stupende potenzialità (6)
ben congegnato.

Alla crescita
ambedue son votati,
anche se l'inizio suo
non li vede appaiati.

La crescita prima
spetta al corpo animato,
non appena gli viene fornito
l'alimento naturato (7).

La crescita seconda
s'accompagna allo spirito creato,
non appena può percepire
il materno apprendistato (8).

Si sveglia prima
alla scuola materna naturata;
cresce poi
alla scuola materna approntata;
potrà maturare
alla scuola statale
dall'umanità inventata.

Il corpo animato
da buon cibo alimentato
prosegue nella sua crescita
senza essere normalmente condizionato.
Anche lo spirito creato
punta al suo maturato;
e non è che si ribelli
alla composizione cervellare (9)
dalla quale si lascia
pienamente condizionare.
Talora lo spirito
neppure si sveglia
quando il cervello
lo blocca in dormiveglia.
Talaltra il cervello
è gravemente menomato
per cui lo spirito
si comporta da neonato.
Il cervello ha le sue concrete qualità,
e con quel carico amico,
lo spirito può realizzare
le sue capacità.

Maturata la sua crescita,
il corpo animato volge
al suo naturale declino;
presto o tardi
se ne avrà un morticino,
privo di anima
e più neppure lo spirito vicino.

Lui non si ammala nella sua sostanza,
la morte spirituale
non vi ha la sua stanza.
Malattia e morte
in sé non subisce
se quell'altro Spirito
che ha con sé
non le spartisce.
E' uno Spirito
mai visto in precedenza,
anche se nell'umano
avea la sua giacenza.
Lo Spirito è divino:
Divino Paterno,
che ama irradiarsi (10)
in ogni singola creatura
per stabilire con lei
una unione imperitura.

Per questo, espropriato,
mi si è ceduto;
di Lui lo Pneuma paterno
mi ha tutto imbevuto,
ed è agendo con Lui,
che io faccio tutto vissuto.
Con un Battesimo paterno
sono così incominciato,
mentre lo Pneuma
mi ha di sé Cresimato.
Nel grembo materno
tutto questo è avvenuto;
non cesserò giammai
di dirlo beato,
perché lì ho avuto
il mio primo Battesimo Cresimato,
io che ora mi vedo e mi trovo
corpo animato
e spirito Spiritato (11).

(1) Ita: la vita se ne va morendo
(2) Lesto: un mezzo assai svelto
(3) Sortita: la vita dello spirito umano esce fuori con due azioni: pensare e volere
(4) Umanato: è lo spirito fatto proprio per l'uomo, non per un angelo; che chiamo: angelicato.
(5) Concentrato: una cosa piccolissima, come è ogni seme, compreso l'umano, contiene una ricchezza immensa che si ammirerà quando avrà raggiunto la sua maturità.
(6) Potenzialità: tutto quello che può diventare, una cosa assai piccola
(7) Naturato: l'alimento fatto pronto dalla natura, affidato all'essere umano che l'ha generato: il latte materno
(8) Materno apprendistato: dalla madre il bambino ottiene i primi stimoli e i successivi movimenti
(9) Composizione cervellare: lo spirito umano cresce in base alla qualità del cervello; gli è indispensabile per lavorare pensando e volendo
(10) Irradiarsi: farsi in raggi indefiniti per giungere a ogni singola creatura.

L'Amore paterno agentato che Satana in malattia m'ha collocato

Lo Spirito del Padre, di certo,
qualcosa vuole da me,
Lui che così bene
s'è congiunto con me,
al punto da farsi
insolubile da me.

Lo Spirito paterno
ha una sua vita,
dal suo Amore è sortita,
e non è che si senta pentita
dal momento che alla morte
se n'è ita.
Quaggiù non fa altro che amare,
spingendosi fino
a lasciarsi odiare;
alla morte dell'Amore
riesce a sottostare,
perché Lui il piccolo
ambisce fare,
con un Amore
che è tutto sacrificale.
Il piccolo: è nel talamo eternale, (1)
ma la vita dell'Amore
non vi può trovare.
Vi è tutto tendenziale,
pronto a farsi
in talamo metamorfosale (2),
ove conseguire
la sua voglia discensionale,
fino a toccare
la morte eternale.
Questa impensata
e sconosciuta vita
vuole che dalla mia sia vissuta.

La mia vita
è assai articolata;
quella fisica è oltremodo svariata:
abitare e riposare nel mio casolare;
coprire e vestire il mio corpo mortale;
mangiare e bere per poterlo alimentare;
lavorare per potermi il cibo procurare;
divertire per poterlo ricreare.
Sempre pronta quella razionale
a informare (3) la mia vita corporale:
è il mio pensare,
è il mio escogitare,
e il mio riflettere,
è il mio meditare,
è il mio ragionare,
è il mio indagare,
è il mio parlare,
è il mio ascoltare.
Vita fisica e spirituale,
questo è il mio vivere mortale.
Le due vite:
l'umana mia e la divina sua,
vanno in congiunzione
in ogni singola mia azione.
Vivendo io amo me,
amo il Padre che è con me,
amo i fratelli che sono accanto a me,
fino a lasciarmi odiare
tutto quello che ho con me.

Ho beni componenti:
corpo animato
con uno spirito creato.
Ho beni aderenti:
occorrono alla crescita
cui sono avviato.
Ho beni inerenti:
dignità e autorità
che mi fanno da comitato (4).

In due noi siamo,
in due noi facciamo,
in due diventiamo,
in eterna comunione
per sempre ci fissiamo.
Il raggio d'Amore paterno
che in me s'è insediato,
vi giunge ben qualificato (5):
Moribile: è uscito
dal talamo metamorfosato,
a morte sicura se ne va votato.

In malattia dunque
può essere infilato,
e per azioni successive
in morte può essere inoltrato.
Una morte che mi toglie
finanche il fiato,
quando penso che il corso della mia
è ben determinato
e alla fin fine
morte morta sarà maturato.
Mentre la sua
è una morta sconfinata,
pronta a rimanere morte viva,
se non potrà in tempo essere rientrata.
E chi mai una vita divina
può mandarla in malattia?
Il Padre da solo s'è fatto disponibile
per una simile via.
Io, certo, non gli ho impresso
questa tragica agonia;
né sapevo né volevo
all'iniziar di vita mia.
Di sicuro uno che sapea,
uno che volea e ben potea;
uno che dirigea la morte dell'Amore,
là dove non scorrea.

Fu Satana, la divorziata,
che già s'era tolta
la vita dell'Amore angelicata,
per fissarsi eternamente
in una morte disperata,
traendo con sé
una parte della famiglia angelicata,
che sortì angelica famiglia sua infernalizzata.
Al compiersi del mio Battesimo Cresimato
Satana d'un balzo
su di me s'è scaraventato.

L'armoniosa comunione
tra corpo animato
e spirito Spiritato
dallo pneuma agentato,
con un fendente
me l'ha spezzata;
una scintilla animalesca
ha fatto sprigionata:
la forza dell'istinto m'è scoppiata.

Lo spirito Spiritato
che dall'alto
tutto dirigea,
brutalmente
viene detronizzato;
mentre l'istinto,
che sul fondo giacea,
al comando
viene elevato.

Spirito Agentato
in direzione mia
me l'ha bloccato;
me ne è venuto
uno Spirito di amore Egoisticizzato,
di vita privato
e in morte gettato.
Spirito Agentato da forma nuova
viene stampato:
la forma dell'istinto,
che lo fa Istintivizzato.
Un meccanismo automatico infernale
me ne ha ricavato;
spirito Spiritato fedelmente agentato
formano un meccanismo
perfettamente programmato
a produrre in continuità inalterata
morte viva dell'Amore
all'eterno avviata.

Amore di odio va chiamata,
Amore di morte va individuata.
L'amarmi è già odiare;
ciò e chi mi piace,
me li fa afferrare;
ciò e chi non mi piace,
me li fa eliminare.

Satana m'ha deviato la marcia dell'Amore:
vivente mi avrebbe fatto l'amare,
fino a lasciarmi odiare;
morente ora mi fa l'amarmi
fino a odiare.

Così l'Amore paterno agentato
volge in continua malattia,
è la sua drammatica agonia,
che può maturare
nell'eterna morte mia.

Due malattie procedono allineate:
la vita fisica va al male
della fisica morte;
la vita dell'Amore va al male
della pneumatica morte (6).
Automatica la prima:
la fisica procede da sola;
automatica la seconda:
pure essa procede da sola.

Non occorre pensarle,
non occorre volerle.

Alla fisica mi sento subito contro,
mentre a quella dell'Amore
gioioso io vo' incontro;
ne ho un magico piacere
che non fa fatica
a farsi prontamente volere,
mentre la morte viva dell'Amore
vi scorre beata,
sotto quel sentire
che la fa mimetizzata (7).

Un grande segno
il Padre va gettando
sulla scena del mondo
che si sta sfideando (8):
colle nuove generazioni
lo va componendo
perchè a ciascuno
sia di monito stupendo:
Come il drogarsi
è piacere di morte fisica
lenta e progressiva,
Così l'amarsi
è piacere di morte dell'Amore
lenta e progressiva,
ma né l'una né l'altra
si riesce a sentire,
perché il piacere non me le lascia apparire.
E' questa la malattia dell'Amore:
Male che non sento.

(1) Talamo eternale: è la sorgente della vita; l'eternale sorgente è la Trinità infinita e increata.
(2)Talamo metamorfosale: è la sorgente della vita dell'Amore paterno per noi. Il Padre l'ottiene con una trasformazione dello Spirito suo in vivibile da una creatura: può darsi da vivere e può essere vissuta.
(3) Informare: la mia razionalità imprime una forma superiore alla mia vita fisica; l'animale mangia in modo ben diverso dall'uomo.
(4) Da comitato: dignità umana e autorità di chi fa scorrere le sue ricchezze interiori negli altri, vanno coll'essere che vive in terra.
(5) Ben qualificato: ha in sé qualità ben specificate. Esse sono: Espropriabile, Cedibile, Concepibile, Vivibile; ma su tutte queste emerge la sua Moribilità: può essere trascinato alla morte viva propria dell'Amore paterno.
(6) Pneumatica morte: è la morte dello Spirito di Amore del Padre, azionata dall'Agente suo, trasformato da Satana in Agente di morte.
(7) Mimetizzata: è morte vera quella che scorre, ma è coperta così bene dal piacere che non la si scopre minimamente. Quando viene allo scoperto non ci si può più liberare, se non rendendola solubile col dolore.
(8) Sfideando: ve perdendo la sua fede religiosa.

LA MALATTIA DELL'AMORE OTTIENE IL MIO SFORZO CONCENTRATO

La malattia dell'Amore
procede inalterata
ma pur sempre
rimane condizionata
da quei tocchi
che la fanno istigata.
Dal mondo esterno
essi provengono;
cose, fatti, persone:
tutti li contengono;
e quando la loro immagine
nella mente si è stampata
a produrre tocchi a ripetizione
è destinata.
Tocchi esterni
e tocchi interni
mai si comportano da inermi (1).
A ogni tocco
nuovo impulso riceve
la malattia dell'Amore,
che procede con sempre maggior vigore
verso la morte che è dell'Amore.
Tutto mi tocca da di fuori:
vista e udito sono i principali fori
per i quali passano i tocchi
vistosi e sonori.
Vanno di filato
con ordine immutato
al centro di quest'uomo
infernalizzato (2),
per immergersi in quell'oceano
di Amore sconfinato
ed emergere con un sentire prelibato:
A ogni tocco il mio sentire.

Quando sento che mi piace,
l'Agente della morte dell'Amore paterno
mi fa più che vorace;
prenderlo e godermelo è il suo dettato,
restìo al quale mai mi son trovato.
Quando sento che non mi piace
il medesimo Agente della morte dell'Amore
mi fa da spietato aizzatore
ad abbattere quel nemico
che ottiene tutto il mio livore:(3)
A ogni sentire il mio agire.

Non è che la mia razionalità dissenta
da un'azione sì svelta;
schiava fedele com'è
all'amore per me,
si pone tutta a mia disposizione
perché giunga a maturazione
quella mia fulminea operazione,
per partecipare entusiasta
a quel piacere
col quale bene si impasta:
A ogni agire il mio acconsentire.

La mia cecità è totale,
proprio del piacere si avvale;
la malattia può così
procedere sicura sulla via
che conduce di filato
all'eterna morte mia.

Ma se lo Pneuma Figliale
con un suo messaggero
mi fa incontrare,
allora anch'io
mi posso guardare.
Il sacerdote: è suo messaggero,
da Lui fatto tutto specchiato,
in malattia s'è trovato
e alla sua guarigione
s'è tutto consacrato.
Colla sua parola descrittiva
abbinata alla luce pneumatica
propulsiva,
tu pure puoi vedere
quel male che non vedevi,
tu pure puoi sentire
quella malattia che da solo
non puoi percepire.
Nasce così un nuovo sentire di quel male
che ti può far rabbrividire: Male che sento.

Il male che mi faccio all'Amore
lo posso ben sentire
per quella via dell'Amore
che permane col suo agire.
La vita che si fa male,
non mi nega il suo dolorare;
l'intensità del dolore
che mi dà,
è la misura della vita
che ancora stà: Dolore che provo.

Per il male che sento,
e per il dolore che provo,
in alta tensione
va tutto questo uomo.
Il male io voglio liquidare,
dal dolore mi voglio liberare,
alla guarigione mi protendo
nel mio operare,
la pienezza della vita
io voglio gustare: Tensione che approvo.

Tento e ritento nel mio agire
ma la guarigione è fin troppo difficile
a conseguire;
mi volgo allora all'uomo
di professione medicale:
E' il medico dell'Amore
che tanto vale.
Ben sa leggere nel mio male,
non c'è situazione
che non abbia a decifrare;
non c'è inganno
che non abbia a svelare;
non c'è rimedio
che non sappia bene applicare.
Da lui io trovo il potere
che mi fa esperto infermiere: Potere che ritrovo.

Le sue spiegazioni
date al mio male;
le sue indicazioni
orientate al mio operare;
i suoi stimoli
puntati sul mio tergiversare;
i rimedi medicali
da applicarsi a tutti i miei mali,
sanno di operazioni letali (4)
sull'Amore per me
e sull'odio per chi non piace a me.

Duplice libera morte:
è la mia cura medicale;
l'una: all'amore per me
è da praticare,
per potere generosamente
amare;
l'altra: all'odio viscerale
è da applicare,
per potere prontamente
lasciarmi odiare,
con: Devoto, silenzioso
amore sacrificale.
L'una con l'altra mi volge
in successione metamorfosale (5);
la morte dell'Amore
in vita mi sa trasformare.
Allora prendo a gioire
per quella guarigione
che incomincio a percepire,
senza mai cessare
dal volerla conseguire:
Aiuto che mi dà ristoro.

Partito da un male,
a un altro similare (6)
son pervenuto.

Lo Pneuma me lo avea
ben fatto intuire:
il male che senti
è pienamente capace
di veicolarti
al male che non senti
nel quale la tua vita giace.

Ora i due mali
possono porsi in parallelo:

La malattia fisica
io ben la conosco,
la malattia dell'Amore
non più la ignosco (7).

Il male fisico
bene lo sento,
il male dell'Amore
quasi alla pari l'avverto.

Dal male fisico parto deciso
per la mia guarigione,
senza trascurare
la sua accettazione,
dal male dell'Amore
parto con egual vigore
perché voglio riportarvi
ad ogni costo
la vita dell'Amore.

Prima di mettere fine
a questo ideale mio viaggiare,
un grazie sincero voglio
a te indirizzare:

Grazie! Male che sento:
per avermi veicolato
con quel lume agentato (7)
al: Male che non sento.

Per questo tuo servizio
otterrai benedizione
proprio quando
nella mia vita
entrerai
in azione.

(1) Da inermi: non c'è un solo tocco che non mi faccia nulla di male; i tocchi non sono mai disarmati (= inermi); li disarmo solamente non lasciandomi toccare.
(2) Infernalizzato: l'Inferno è la morte viva dell'Amore agentato; programmato in me da Satana, si va automaticamente realizzando, colla possibilità di fissarvisi per sempre.
(3) Il mio livore: è un odio così intenso da trasparire in volto indignato e inferocito.
(4) Operazioni letali: operazioni che sanno di libera morte.
(5) Successione metamorfosale: la mia metamorfosi (= trasformazione in bene di una male liberamente sacrificato), ben diversa dalla materna e dalla figliale (= trasformazione in meglio di un bene liberamente sacrificato) fluisce dai: No successivi che mi dico all'amarmi, che mi fa prendere per godere, e all'odiare che, mi fa scartare per dare sicurezza al mio godere.
(6) Similare: in tutto simile
(7) Ignosco: dal latino: ignoscere, ignorare; la malattia dell'Amore non mi è più sconosciuta.
Lume agentato: è la luce pneumatica senza la quale il male che sento non mi dice altro che odio e ribellione quando lui entra in azione.


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