LA MALATTIA DELL'AMORE OTTIENE IL MIO SFORZO CONCENTRATO

La malattia dell'Amore
procede inalterata
ma pur sempre
rimane condizionata
da quei tocchi
che la fanno istigata.
Dal mondo esterno
essi provengono;
cose, fatti, persone:
tutti li contengono;
e quando la loro immagine
nella mente si è stampata
a produrre tocchi a ripetizione
è destinata.
Tocchi esterni
e tocchi interni
mai si comportano da inermi (1).
A ogni tocco
nuovo impulso riceve
la malattia dell'Amore,
che procede con sempre maggior vigore
verso la morte che è dell'Amore.
Tutto mi tocca da di fuori:
vista e udito sono i principali fori
per i quali passano i tocchi
vistosi e sonori.
Vanno di filato
con ordine immutato
al centro di quest'uomo
infernalizzato (2),
per immergersi in quell'oceano
di Amore sconfinato
ed emergere con un sentire prelibato:
A ogni tocco il mio sentire.

Quando sento che mi piace,
l'Agente della morte dell'Amore paterno
mi fa più che vorace;
prenderlo e godermelo è il suo dettato,
restìo al quale mai mi son trovato.
Quando sento che non mi piace
il medesimo Agente della morte dell'Amore
mi fa da spietato aizzatore
ad abbattere quel nemico
che ottiene tutto il mio livore:(3)
A ogni sentire il mio agire.

Non è che la mia razionalità dissenta
da un'azione sì svelta;
schiava fedele com'è
all'amore per me,
si pone tutta a mia disposizione
perché giunga a maturazione
quella mia fulminea operazione,
per partecipare entusiasta
a quel piacere
col quale bene si impasta:
A ogni agire il mio acconsentire.

La mia cecità è totale,
proprio del piacere si avvale;
la malattia può così
procedere sicura sulla via
che conduce di filato
all'eterna morte mia.

Ma se lo Pneuma Figliale
con un suo messaggero
mi fa incontrare,
allora anch'io
mi posso guardare.
Il sacerdote: è suo messaggero,
da Lui fatto tutto specchiato,
in malattia s'è trovato
e alla sua guarigione
s'è tutto consacrato.
Colla sua parola descrittiva
abbinata alla luce pneumatica
propulsiva,
tu pure puoi vedere
quel male che non vedevi,
tu pure puoi sentire
quella malattia che da solo
non puoi percepire.
Nasce così un nuovo sentire di quel male
che ti può far rabbrividire: Male che sento.

Il male che mi faccio all'Amore
lo posso ben sentire
per quella via dell'Amore
che permane col suo agire.
La vita che si fa male,
non mi nega il suo dolorare;
l'intensità del dolore
che mi dà,
è la misura della vita
che ancora stà: Dolore che provo.

Per il male che sento,
e per il dolore che provo,
in alta tensione
va tutto questo uomo.
Il male io voglio liquidare,
dal dolore mi voglio liberare,
alla guarigione mi protendo
nel mio operare,
la pienezza della vita
io voglio gustare: Tensione che approvo.

Tento e ritento nel mio agire
ma la guarigione è fin troppo difficile
a conseguire;
mi volgo allora all'uomo
di professione medicale:
E' il medico dell'Amore
che tanto vale.
Ben sa leggere nel mio male,
non c'è situazione
che non abbia a decifrare;
non c'è inganno
che non abbia a svelare;
non c'è rimedio
che non sappia bene applicare.
Da lui io trovo il potere
che mi fa esperto infermiere: Potere che ritrovo.

Le sue spiegazioni
date al mio male;
le sue indicazioni
orientate al mio operare;
i suoi stimoli
puntati sul mio tergiversare;
i rimedi medicali
da applicarsi a tutti i miei mali,
sanno di operazioni letali (4)
sull'Amore per me
e sull'odio per chi non piace a me.

Duplice libera morte:
è la mia cura medicale;
l'una: all'amore per me
è da praticare,
per potere generosamente
amare;
l'altra: all'odio viscerale
è da applicare,
per potere prontamente
lasciarmi odiare,
con: Devoto, silenzioso
amore sacrificale.
L'una con l'altra mi volge
in successione metamorfosale (5);
la morte dell'Amore
in vita mi sa trasformare.
Allora prendo a gioire
per quella guarigione
che incomincio a percepire,
senza mai cessare
dal volerla conseguire:
Aiuto che mi dà ristoro.

Partito da un male,
a un altro similare (6)
son pervenuto.

Lo Pneuma me lo avea
ben fatto intuire:
il male che senti
è pienamente capace
di veicolarti
al male che non senti
nel quale la tua vita giace.

Ora i due mali
possono porsi in parallelo:

La malattia fisica
io ben la conosco,
la malattia dell'Amore
non più la ignosco (7).

Il male fisico
bene lo sento,
il male dell'Amore
quasi alla pari l'avverto.

Dal male fisico parto deciso
per la mia guarigione,
senza trascurare
la sua accettazione,
dal male dell'Amore
parto con egual vigore
perché voglio riportarvi
ad ogni costo
la vita dell'Amore.

Prima di mettere fine
a questo ideale mio viaggiare,
un grazie sincero voglio
a te indirizzare:

Grazie! Male che sento:
per avermi veicolato
con quel lume agentato (7)
al: Male che non sento.

Per questo tuo servizio
otterrai benedizione
proprio quando
nella mia vita
entrerai
in azione.

(1) Da inermi: non c'è un solo tocco che non mi faccia nulla di male; i tocchi non sono mai disarmati (= inermi); li disarmo solamente non lasciandomi toccare.
(2) Infernalizzato: l'Inferno è la morte viva dell'Amore agentato; programmato in me da Satana, si va automaticamente realizzando, colla possibilità di fissarvisi per sempre.
(3) Il mio livore: è un odio così intenso da trasparire in volto indignato e inferocito.
(4) Operazioni letali: operazioni che sanno di libera morte.
(5) Successione metamorfosale: la mia metamorfosi (= trasformazione in bene di una male liberamente sacrificato), ben diversa dalla materna e dalla figliale (= trasformazione in meglio di un bene liberamente sacrificato) fluisce dai: No successivi che mi dico all'amarmi, che mi fa prendere per godere, e all'odiare che, mi fa scartare per dare sicurezza al mio godere.
(6) Similare: in tutto simile
(7) Ignosco: dal latino: ignoscere, ignorare; la malattia dell'Amore non mi è più sconosciuta.
Lume agentato: è la luce pneumatica senza la quale il male che sento non mi dice altro che odio e ribellione quando lui entra in azione.


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